Lettera aperta al Segretario del Partito Democratico. E a tutti gli altri.

di AsinoMorto

Sono un elettore del PD e ne ho viste tante e ne ho mandate giù tante. Ho anche votato alle Primarie, impegnandomi pure a riconoscermi nello spirito del Centrosinistra che chissà cosa volevate intendere, per dire cosa ho mandato giù.

E quindi ho il diritto di dire la mia.

Perché in questi anni ho fantozzianamente accettato bicamerali, inciuci, alleanze con moderati improponibili, compromessi al ribasso, distinguo tattici, sterzate strategiche, abbandoni di territori e praterie, bombardamenti di popolazioni straniere, sputtanamento di simboli, commistioni con beghine, deprivazioni morali, real politik un tanto al chilo, spostamenti al centro, a destra, in basso.

E ho accettato tutto perché ci credo alla giustizia sociale, ai valori della Resistenza, alla Costituzione. Io ci credo alla responsabilità della società civile, al dialogo e all’ascolto, ai conflitti da sanare in una società complessa, alla equità, ai Diritti Civili come fondamento non negoziabile, all’Articolo 1 e anche a tutti gli altri.

E credo anche alle regole democratiche e alla contendibilità trasparente. E credo anche, un po’, al sol dell’avvenire, le magnifiche sorti e progressive. Checcavolo, fatti non fummo per vivere come bruti.

Tutte queste cose nel PD ci sono state e ci sono. E ci sono state e ci sono solo nel PD. Ed è stato un buon motivo, forse l’unico, per votare ancora PD.

E certo che sono spocchioso, radical chic da salotto, intellettuale del cavolo (see, magari), accecato dalla presunta superiorità morale.

E, sappiatelo, preferisco essere così che un immorale cialtrone, geneticamente mutato, arcaica piccola borghesia umbertina che ha appoggiato e appoggia tutti i fascismi che passano nelle vicinanze.

Preferisco essere così che un omofobo-xenofobo-misogino fuori dal tempo e dalla storia.

Preferisco essere così che una vittima di slogan e di mille populismi, accecato dall’ombra dell’uomo della provvidenza, della tecno-visione, della semplificazione da curriculum.

Preferisco essere così.

E proprio perché sono irrimediabilmente così, che però ora basta. Che ne ho mandate giù troppe.

E si sappia che sono stato distante, lontano, avevo da fare, i figli, il lavoro, i divani e i salotti. Ma è storia finita, non do la colpa a nessuno. La colpa è mia. Scusate l’ignavia.

Ma ora basta. Siamo in una situazione del cazzo. E adesso ne saltiamo fuori.

E allora io dico, caro Bersani, che tu sei il segretario democraticamente eletto da più di tre milioni di persone e io non ti lascio in pasto ai lupi. Hai ancora la mia fiducia, perché nonostante tutto sei una persona seria, hai la mia stima e il mio rispetto.

Ma ora niente tatticismi, distinguo, corse al ribasso, strategie anvedichefurbochesono, ripescaggi e funambolismi.

Ora mi tiri fuori un programma di sinistra moderna con i controcavoli, pochi punti, chiari, sostenibili, che siano la ripartenza. Che sia la redenzione.

E poi si va in Parlamento e ci si va a cercare i voti uno per uno e Dio benedica l’Art.67 e i Padri Fondatori, che poi torniamo sempre lì quando il gioco si fa duro, giusto ?

E se Grillo o chiunque altro dice di no, che si prenda la sua responsabilità davanti alla Nazione e muoia Sansone che almeno si porti dietro i Filistei.

Noi non giochiamo più, vogliamo far vedere al Paese cosa vuol dire essere una sinistra moderna, radicata, consapevole. Vogliamo far capire che non è spocchia la nostra, ma desiderio insoddisfatto di volare.

E poi, appena possibile, si faccia il congresso e si cambi. Si cambi tutto e tutti. Testa, cuore, anima e interiora.

Mi dispiace ma è giusto che sia un amico a dirvelo. E’ finita, dovete fare un passo indietro.

Avete subito tante, troppe sconfitte, spesso non per colpa vostra, ma anche e soprattutto per colpa vostra. Ma un pregio lo devo riconoscere.

Il PD è l’unico partito in Italia dove c’è una speranza di successione, dove il nuovo non è emanazione eunuca del vecchio, ma sono teste e cuore e idee.

E mi riferisco a Civati e Renzi, per dire e per esempio, che sono due visioni del PD che sarà. Ed è più del doppio di quello che hanno gli altri.

E allora scelga il congresso oggi, quale dovrà essere il PD di domani e che voi possiate guadagnarvi il rispetto del Padre che viene “ucciso” quando i figli sono pronti a prendere il proprio posto e non il disonore dell’oligarca, che muore nel suo bunker solitario.

Facile, troppo facile ? Banale, semplicistico, analisi superficiale. Sì, forse è così.

Questa non è una piattaforma politica, un manifesto programmatico. Queste sono lacrime, amico mio, questa è una preghiera.

E non ho altro da aggiungere.

No, una cosa ancora ci sarebbe, una sola.

Viva l’Italia.