Lettera aperta a un Parlamentare del #M5S

di AsinoMorto

Ciao, scusami se ti do del tu, ma le statistiche dicono che sei giovane e quindi mi permetto questa confidenza, così, per rompere il ghiaccio.

Insomma, complimenti, ce l’hai fatta, hai vinto e alla grande. In questo momento, punto più punto meno, fai parte del primo partito italiano e sei in Parlamento.

Quindi, come Cittadino di questo paese, sono istantaneamente diventato un tuo problema. Perché ora devi lavorare per rappresentare anche me.

E se non sei d’accordo su questo punto, allora ciao, quello che segue non ti interessa e io sono nei guai. Pazienza, ne abbiamo viste tante, sopravviveremo anche a questo.

Se invece sei d’accordo e intendi ascoltarmi, ti ringrazio e mi permetto di dirti come la penso su certi aspetti della rappresentanza che mi sono cari e che forse, come dire, potrebbero servirti come spunti di riflessione, come curiosità. E poi tieni presente che il M5S ha incentrato tutta la sua azione sui contributi provenienti dal basso e allora, niente, eccomi qui. Più dal basso di me non ci sta nessuno.

E quindi niente, beccati sto pippone e poi fammi sapere.

Ma prima del pippone una premessa. Io sono un Liberale di Sinistra di età abbastanza avanzata per aver visto qualcosa, non abbastanza avanzata per averla dimenticata.

Ho votato PD e non ti dico quanto sono incazzato (dico incazzato proprio proprio, eh) con il mio partito ma la finisco qui perché non sono affari tuoi e comunque le perplessità che ho nei confronti del M5S (perché perplessità ci sono, sarei disonesto se non te lo dicessi), sono sostanzialmente perplessità di metodo, non di contenuto.

Cioè, io non entro nel merito delle proposte di programma, molti sono condivisibili, altre meno ma chi è senza peccato scagli la prima pietra. No, io entro nel merito dei meccanismi che sottendono alla possibilità di realizzarle, queste proposte e, scusami, questi meccanismi devono rispettare almeno due condizioni: devono rispettare le regole democratiche che tutti ci siamo dati, la Costituzione e il buon senso della convivenza civile e devono essere “eque”, nel senso che non devono accontentare tutti, ma che per tutti devono essere pensate. Almeno per me.

Arriviamo al pippone, con tanto di decalogo. ti sto dando un’altra occasione per smettere di leggere, vedi tu:

1. Non confondere compromesso con inciucio. Il secondo è una cosa volgare e fine a se stessa e sono d’accordo che ci ha portato alla rovina ed è una cosa sporca e disprezzabile. Ma il primo è la base della convivenza civile, perché io non sono uguale a te ma per mandare avanti questo paese io e te dobbiamo metterci d’accordo, almeno un po’. Ed è una cosa nobile e bella. E non ti annoio con la storia della Costituzione che è stata sintesi delle varie anime di questo paese. Non te lo dico, però un po’ pensaci, dai, fammi contento.

Tra l’altro, se non ragioni sulle alleanze, in Parlamento non sarai in grado di ottenere alcunché e quindi rischi a tutti gli effetti di essere un “dipendente” pagato per fare niente e magari anche vittima degli inciuci degli altri. Per dire.

2. Va bene la disintermediazione, i contenuti dal basso, la rete. Sono d’accordo. Ma non vorrei che tu confondessi l’analisi con la sintesi. Cioè, un conto è raccogliere i pareri di tutti (ma poi tutti chi, anche il mio ? wow!), un conto è non metterci del tuo, che dovrai pure decidere cosa fare, prendere una responsabilità d’azione, politica, sei pagato per questo, cosa credi ? Che poi è un altro modo per dare valore al compromesso. Vedi punto 1.

3. Per favore non dirmi, vieni anche tu nel partito, partecipa anche tu, non esiste la “volontà comune”, la “voce del popolo” è afona. Perché non funziona così. Non sperare che io ti passi questa cosa, perché il partito unico, il pensiero unico, la speranza che tutti la pensino allo stesso modo è il male e l’abbiamo già vista ‘sta cosa. E vedi anche punto 2.

4. Non appropriarti dei simboli degli altri. Fattene di tuoi, che il sincretismo è una brutta roba. Non puoi dirmi, per esempio, che Pertini è il migliore presidente che abbiamo mai avuto, farlo diventare una specie di icona del partito e poi essere morbido sull’antifascismo, sulla destra e sulla sinistra. Perché sappi che se ho capito qualcosa della vita, ti assicuro che Pertini verrebbe lì da te e ti mollerebbe un cartone nei denti, senza offesa. Che la faccia di Pertini non puoi mettermela sulle magliette, come un Che qualunque. E poi basta.

5. Costituzione. E niente, io ci tengo, scusami. Che vuol dire rispettare tutti gli articoli, dal primo all’ultimo, compreso quello sul “nessun vincolo di mandato” che qualche problema probabilmente te lo creerà. Compreso il rispetto di tutti e il confronto con tutti (vedi punti 1 e 2). Compreso l’antifascismo come metodo, fallo per me, dai, grazie. (vedi punto 4).

6. Smettila di pensare che il problema sia “altro”, che la società, il partito sia la cosa più figa e la Kasta sia il male assoluto. Credo che aiuterebbe riflettere sul fatto che i nostri politici rappresentano al meglio il peggio della società italiana. Pensa a questo aspetto, tieni presente che nella società italiana ci sono delinquenti, farabutti, persone splendide, ladri, omofobi e xenofobi, geni e figli di puttana; ci sono anche persone come me, per dire che la società non è perfetta e il problema siamo noi, il problema sei te. La società, insomma, è piena di compagni che sbagliano, ops, scusa (vedi punti 1 e 3).

7. Basta con i soldi, fatti non parole, curriculum e vari altri slogan di questo genere. C’è questa cosa che ondeggi tra i sogni più utopistici e la discussione sul costo del portacenere dell’ultima auto blu, che mi lascia un po’ perplesso. Se vuoi sognare io ci sto, parliamo di cose più divertenti, tipo diritti civili, parità di genere, mobilità sociale, scuola pubblica, ricerca e innovazione ? Parliamo di complessità ? Io adoro la complessità e a me del tuo curriculum non me ne frega niente, tanto quanto non mi interessava del curriculum di Pertini, per dire. Perché il curriculum è una semplificazione da fabbrichetta, perché lo stipendio del Consigliere è importante, ma insomma, chissenefrega ? Insomma, parliamo del futuro di questo paese ?

8. Sono d’accordo con te, a problemi complessi bisogna dare risposte semplici. Ma non è semplice ottenere risposte semplici a problemi complessi, anzi è la cosa più complessa del mondo, ti devi fare il culo. Rendo l’idea ? Se le cose fossero veramente così semplici, perché avrei bisogno di farmi rappresentare da te ? Non è forse che i problemi semplici li hanno già risolti tutti e a noi ci restano solo quelli difficili ? Vedi tutti i punti precedenti, per dire.

9. Ops, scusa, mi sono accorto ora che ho parlato di partito e non di movimento. Eh, ammetto, l’ho fatto a posta. Che in Parlamento non ci entrano i movimenti, ci entrano i partiti. Scusa, eh, fai una pensata anche su questo e alla necessità di strutturarti, darti delle regole, delle logiche, dei funzionamenti. La tua sfida ora è questa. E’ uno sporco lavoro, ma qualcuno deve pur farlo.

10. E poi, infine, il “non-statuto” vostro. Ecco, fatelo diventare uno “statuto” vero e proprio, aprite le porte, fatevi vedere nei vostri angolini sporchi, siate “open data” anche nei meccanismi interni di selezione e contendibilità democratica. Lo sai vero che non è normale che il primo partito di un paese del mondo occidentale non dia interviste alla sua stampa nazionale, vero ? Lo sai, vero che una figura come Casaleggio è una spada di Damocle sul partito e quindi anche su di me ? Scusa se te lo dico, ma non funziona così e vedi anche il punto 9.

Ecco, questo è quanto. Sei arrivato fino a qui ? Sono contento, ho fatto bene ad avere fiducia in te e sono più tranquillo, grazie.

Ah, non ci sei arrivato fino a qui ? Ah, ecco. Vabbè, ciao. In bocca al lupo.